El paìs bajo mi piel - memorie di amore e di guerra

"Tremando, nella mia piccola casa, mi sembrava che i colori allegri dei mobili si prendessero gioco di me. Scivolai dal salotto nella camera delle bambine. Nn so quanto tempo passai in piedi guardando le loro facce tranquille mentre dormivano. Melissa cn il suo ciucciotto, Maryam cn le braccine aperte, nei loro letti arancione. Avessi potuto di nuovo custodirle nel mio ventre! Desideravo un ventre in cui nascondermi assieme a loro. La tiepida sicurezza del liquido amniotico. Almeno il Nicaragua nn era come l'Argentina o il Cile in cui le dittature torturavano e uccidevano i figli assieme ai gentori. Nn temevo per la vita delle mie figlie, ma per il loro abbandono. Avevo il diritto, come madre, di correre questi rischi?...Giurai a me stessa che mai sarei ritornata a essere, per paura, un'osservatrice passiva dei guasti e della miseria che mi attorniavano. Mi avrebbe fatto bene, pensai, sentire sulla mia pelle la vulnerabilità della maggioranza dei miei concittadini. L'essenza di tutte le lotte era superare gli ostacoli e andare avanti. Diversamente, mai sarebbe possibile realizzare i sogni. Se mi arrendevo alla paura, avrei finito cn l'uccidere la mia anima per salvare il corpo."
Labels: Gioconda Belli, managua 1984





stando alla canzone almeno gli uomini fanno dei giri immensi...le donne che conosco io e che frequento quotidianamente nn si spostano neanche di un centimetro da loro stesse...e questo da molti e molti anni. e io divento pazza a ragionare sulla dinamicità delle relazioni e dei rapporti, sui dubbi da porsi e sulle discussioni costruttive e i loro pensieri restano allo stato....EMBRIONALE nel senso che nn sono cambiati da quelle percezioni che avevano durante la vita uterina. e tutto il resto??? e le esperienze??? e tutta la vita che è passata nel mezzo?? a che e' servita? a chi???



